Biologia e genetica
Biologia e genetica forense
Il Dott. Vincenzo Agostini, in qualità di genetista forense, è in grado di eseguire:
- Analisi del DNA per accertamenti di Paternità in ambito civile e penale;
- Analisi del DNA a scopo discriminativo in casi penali di omicidi, suicidi, violenze, incidenti;
- Analisi dei Polimorfismi STR, mini-STR, SNP del DNA;
- Analisi del Cromosoma Y per relazioni di parentela per via paterna;
- Analisi del DNA mitocondriale (mtDNA) per relazioni di parentela per via materna o per analisi di reperti forensi altamente degradati quali resti ossei o capelli;
- Analisi DNA quantitativa tramite RT-PCR;
- Amplificazione DNA tramite PCR;
- Tipizzazione del DNA tramite sequenziatore automatico ABI 310 Genetic Analyzer;
- Diagnosi generiche di tracce organiche, con l’ausilio di luci forensi (Lampada di Wood) e di reagenti quali Luminol, Combur-Test, Leucomalachite e Fenolftaleina per la presenza di tracce ematiche latenti, Amilasi-test ed RSID-saliva per la presenza di tracce salivari, Fosfatasi Acida e PSA-Test per la presenza di liquido seminale in casi di violenze o infedeltà coniugali;
- Valutazione biostatistica mediante software Familias (per gli accertamenti di Paternità) ed il software R-LRmix (per i casi forensi).
N.B. Tutte le procedure di analisi e tutti gli strumenti utilizzati dai laboratori a cui fa riferimento il Dott. Vincenzo Agostini sono accreditati e certificati secondo le norme ISO Europee, in particolare secondo la norma UNI/EN ISO 17025 specifica per le analisi genetiche-biomolecolari.
Il Dott. Vincenzo Agostini presta attività di consulenza giudiziaria sia in qualità di consulente tecnico d’ufficio (CTU) che in qualità di consulente tecnico di parte (CTP).
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BIOLOGIA E GENETICA
Il DNA (acido 2-deossiribonucleico) è una macromolecola biologica, depositaria dell’informazione genetica di ciascun essere vivente, contenuta nel nucleo della cellula. All’interno di ogni cellula dello stesso organismo il DNA è identico: infatti una cellula del fegato contiene lo stesso DNA presente nelle cellule della pelle. Questa caratteristica è di fondamentale importanza per l’identificazione genetica di ciascun individuo in ambito penale, dal momento che consente di comparare il DNA proveniente da tracce biologiche diverse e rapportarlo ad un unico soggetto, come ad esempio il confronto del DNA estratto da una traccia di sangue rinvenuta sulla scena di un crimine con il DNA ricavato dalla saliva di un sospettato.
Sin dalla sua scoperta nel 1953 da parte degli scienziati Watson e Crick, passando per la prima applicazione forense nel 1985 grazie allo studioso Jeffreys (il codice a barre del DNA), per arrivare fino ai giorni nostri, il DNA rende unico un essere umano, lo identifica e lo discrimina dagli altri individui in maniera quasi assoluta. Lo studio del DNA e delle regioni geniche polimorfiche viene utilizzato universalmente dall’attuale mondo forense come prova scientifica in ambito civile e penale per discriminare un individuo all’interno di una popolazione, raggiungendo un grado di identificazione pari al 99,9%. Infatti per caratterizzare un individuo dal punto di vista forense o per identificare una traccia lasciata da un soggetto sulla scaena criminis è sufficiente studiare solo alcune zone particolari del DNA, nella porzione non codificante, che si presentano particolarmente variabili nella popolazione e che vengono dette “polimorfiche”. Il termine polimorfismo deriva dal greco πoλνσ e μoρθϵ (molte forme) e viene utilizzato quando, all’interno di una popolazione per uno specifico locus genico, si riscontrano delle variazioni nella sequenza del DNA, determinando così la presenza di più varianti alleliche a quel locus. Esistono diverse regioni geniche polimorfiche lungo tutta la struttura del DNA umano, ma quelle scientificamente validate e attualmente utilizzate dalla comunità dei genetisti forensi internazionali sono le regioni STR (Short Tandem Repeat), mini-STR e SNP (Single Nucleotide Polymorphism). I kit forensi utilizzati nelle indagini scientifiche di genetica forense permettono lo studio contemporaneo di 16 regioni STR o loci STR, numero minimo di frammenti genetici indispensabile secondo la comunità forense italiana per identificare oltre ogni ragionevole dubbio un individuo all’interno di una popolazione.
La disciplina della Genetica Forense, branca della Biologia Forense, nacque non solo dalla necessità criminologica di poter discriminare gli individui tra loro per poter essere certi dell’identificazione e della conseguente pena da infliggere, ma soprattutto per lo sviluppo di nuove tecniche che fossero in grado di analizzare tracce organiche infinitesimali, miste, non visibili ad occhio nudo rinvenute sulle scene dei crimini, di estrarne il DNA e infine di confrontarlo con un campione di DNA di riferimento di un indagato o di un sospettato.
Il DNA ai fini forensi può essere ricavato non solo da un normale tampone salivare, ma anche da:
- Sangue fresco;
- Sangue coagulato;
- Ossa;
- Denti;
- Capelli e forfora;
- Unghie;
- Liquido seminale;
- Profilattici;
- Feci;
- Spazzolino da denti;
- Filo interdentale;
- Stuzzicadenti;
- Mozziconi di sigaretta;
- Gomme da masticare;
- Rasoi;
- Residui di rasatura;
- Indumenti ed indumenti intimi;
- Tappi per le orecchie;
- Bicchieri e tazze;
- Fazzoletti usati;
- Pannolini, ciucci, tettarelle, biberon;
- buste e francobolli inumiditi con la saliva;
- Sezioni istologiche in paraffina;
- Tessuti post-mortem.